Il professor Raffaele Morelli, fondatore di Riza, parla delle cause del disagio interiore e di quali sono i consigli per riuscire a stare meglio.
Il disagio interiore è un’esperienza comune a molti, ma affrontarla può sembrare una sfida insormontabile. Il professor Morelli, attraverso i suoi studi e la sua esperienza, ci offre dei consigli preziosi per navigare attraverso questi momenti difficili e trovare un senso di pace e benessere interiore. Lo fa come sempre attraverso i suoi canali ufficiali di Edizioni Riza.
Il primo passo suggerito dal professor Morelli è quello di instaurare con sé stessi un “patto del silenzio”. Questa pratica consiste nel prendere una pausa dal raccontare incessantemente a noi stessi (e agli altri) le nostre storie personali di dolore, insuccesso e sofferenza. Spesso ci identifichiamo così tanto con queste narrazioni da non riuscire a distaccarcene, rimanendo intrappolati in un ciclo di negatività che alimenta il nostro disagio.
Il silenzio interiore va oltre la semplice assenza di parole. È uno stato profondo di solitudine e introspezione dove possiamo veramente incontrarci con noi stessi senza il frastuono delle nostre abituali narrazioni mentali. In questo spazio sacro, si apre la possibilità di osservare le nostre ferite senza giudizio e senza l’esigenza di doverle esporre o spiegarle ad altri.
La solitudine spesso viene vista in chiave negativa, come qualcosa da evitare a tutti i costi. Tuttavia, secondo il professor Morelli, essa rappresenta il centro vitale della cura personale. Trovandoci faccia a faccia con noi stessi nel silenzio della nostra solitudine possiamo iniziare un processo autentico di guarigione interiore. È in questo stato che possiamo ascoltare veramente ciò che abbiamo dentro senza le distorsioni create dalle nostre abituali narrazioni o dalle aspettative altrui.
I dolori e le sofferenze sono parte integrante dell’esperienza umana; cercare di evitarli completamente è sia impossibile che controproducente. Ciò che propone il professor Morelli è piuttosto un cambio di prospettiva: anziché vedere i dolori come nemici da combattere o sopprimere, possiamo accoglierli come messaggeri. Nel silenzio del nostro essere più profondo possiamo ascoltare cosa hanno da dirci questi dolori, senza lasciarci sopraffare da essi
Accogliere il dolore non significa arrendersi passivamente alle circostanze negative della vita, significa piuttosto riconoscere la presenza del dolore stesso come parte del nostro cammino verso la crescita personale. Attraverso l’accettazione attiva possiamo trasformarlo da ostacolo insormontabile in occasione per approfondire la conoscenza di noi stessi e sviluppare una maggiore resilienza emotiva.
L’invito finale del professor Morelli è quello di coltivare una maggiore consapevolezza nei confronti delle dinamiche interiori che caratterizzano il nostro essere nel mondo. Questo processo richiede tempo, pazienza e soprattutto l’impegno costante nel praticare l’ascolto attivo verso se stessi nell’intimità rassicurante del nostro spazio interno fatto di silenzio.
Attraversando questo cammino potremmo scoprire risorse interiori fino ad ora sconosciute ed avviarsi verso una vita caratterizzata da maggior equilibrio ed armonia interna ed esterna.
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