A qualcuno non è ancora chiaro che a Napoli esistono due pericoli enormi, quanto imminenti: il Vesuvio ed i Campi Flegrei. No, non sono la stessa cosa.
Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare dei Campi Flegrei a causa delle continue scosse di terremoto, ripetute e sempre più forti, che hanno scosso la popolazione e messo in allerta chiunque, poiché l’eventuale eruzione del supervulcano, sarebbe un problema di tutti, perfino di tutta l’Europa. Lo scenario catastrofico che si potrebbe avverare, ha qualcosa che si avvicina di molto all’apocalittico.
Anche se si parla sempre di vulcani a Napoli, non bisogna confonderli con il Vesuvio. I Campi Flegrei infatti, è un’area vulcanica diffusa a ovest di Napoli. Non un singolo vulcano, ma un insieme di coni minori, bocche eruttive e sorgenti termali. Un brufolo sottocutaneo, meno appariscente del Vesuvio, ma non per questo meno pericoloso. Qui l’attività è costante, con emissioni di gas, fango e sorgenti termali che testimoniano la presenza di un magma che pulsa sotto la superficie. Il vero pericolo qui non è l’eruzione esplosiva, scenario meno probabile, ma il bradisismo, ovvero il sollevamento e l’abbassamento del suolo che può causare terremoti. Un rischio silenzioso e incombente, che richiede un monitoraggio costante e una popolazione preparata.
La differenza con il Vesuvio e il ruolo della protezione civile
Il Vesuvio, con la sua silhouette a cono perfetta, domina il paesaggio. Un gigante solitario alto oltre 1.200 metri, che porta scolpita nella sua memoria l’eruzione del 79 d.C., quando seppellì Pompei ed Ercolano sotto una coltre di cenere e lava. Un vulcano esplosivo, capace di eruzioni devastanti che cambiano il volto del territorio. Una eventuale eruzione del Vesuvio ovviamente costituirebbe un disastro per la popolazione che abita proprio a ridosso di esso, oltre 700mila abitanti, ma la cosa in teoria finirebbe lì.
Ben diversa la furia che invece scatenerebbe una esplosione della “caldera” dei Campi Flegrei che pur non avendo bocche eruttive visibili, si estende per vari chilometri e potrebbe provocare un vero cataclisma. Ad essere pericolosi in questo caso, sarebbero infatti i gas e le nubi tossiche che si sprigionerebbero da essi, atti a portare con sè conseguenze per tutta l’Italia, se non anche per l’Europa.
Ad ogni modo, a dispetto di quanto creda la stragrande maggioranza della popolazione, piani di evacuazione sono previsti ed anche esercitazioni su base volontaria, per prepararsi a qualsiasi evenienza che è giusto dirlo, al momento gli scienziati che monitorano costantemente la situazione smorzano e non prevedono.